La storia del Castello di Gradara ha origine nel lontano ed affascinante periodo che chiamiamo Medioevo, ancor oggi in gran parte oscuro, percorso da aspre battaglie per l'affermazione di nuovi poteri e insieme ricco di interessanti fermenti artistici.
Posto sulla sommità di un colle, dominante i percorsi tra Romagna e Marche, esso rivestì immediatamente un ruolo strategico di fondamentale importanza.
Furono i Malatesta, signori di Rimini e di Pesaro, a portare all’estensione attuale la struttura che, da fortilizio militare divenne luogo di piacevole soggiorno.
“Gradara è di Sigismondo Pandolfo, una villa ornata con superbi edifici, amene piantagioni ed amplissimi vigneti …” così venne descritto il Castello di Gradara a metà del XV secolo, dallo scrittore Biondo Flavio.
Il castello è oggi un esempio tipico di architettura militare del XIV, un quadrilatero con torri angolari, beccatelli con caditoie per la difesa piombante, ponti levatoi, mura di cinta e torri merlate.
Oltre al essere un avamposto militare, la Rocca fu una residenza raffinata, come erano solitamente le corti rinascimentali, con ambienti ampi e affrescati con pitture legate all’antichità classica di eroi e ed episodi della mitologia greca, con particolari preziosi, come tra l’altro risulta da alcune descrizioni dello storico Olivieri.
Il Castello di Gradara é noto per una delle più belle storie d’amore della letteratura italiana, narrata per la prima volta dal Sommo Poeta, Dante Alighieri, nel suo divino poema. E’ nel girone dei Lussuriosi – V Canto dell'inferno – che si trovano Paolo e Francesca, i due amanti che hanno reso famosa la Rocca conferendole un alone di mistero e leggenda.
Molto teatrale la stanza di Francesca che sembra ricalcare il palcoscenico del Teatro Costanzi di Roma, dove si tenne la prima della “Francesca da Rimini”, la tragedia scritta da Gabriele D’Annunzio ed interpretata da Eleonora Duse nel 1902.
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